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12 gennaio 2012
Gela. A Gela si starebbe registrando una vera e propria fuga da Stidda e Cosa Nostra. Lo ha fatto intendere il procuratore capo della Dda di Caltanissetta, Sergio Lari, nel corso della conferenza stampa sull'operazione antimafia «Monitum», quando ha rivelato che «nel 2011 abbiamo avuto 13 nuovi pentiti, che portano a 130 i collaboratori di giustizia a nostra disposizione». «Sul fronte della criminalità organizzata - ha aggiunto il magistrato - il clima nel Gelese è cambiato grazie anche alla collaborazione della società civile». L'operazione Monitum ha permesso di fare luce, dopo 14 anni, su un caso di lupara bianca, estorsioni e danneggiamenti. Quattro gli arrestati, con accuse differenti. Il capo della squadra mobile, Giovanni Giudice, ha messo in evidenza lo spessore criminale di Massimo Gerbino, nuovo reggente di Cosa Nostra a Gela, e il suo ruolo «di leader, a dispetto dell'età», per i vuoti creati dai numerosi arresti all'interno dell'organizzazione. Arrestato il 18 maggio dello scorso anno nell'operazione «Tetragona» contro le diramazioni di cosa nostra gelese a Genova e nel Varesotto, Gerbino era tornato in libertà per decisione del tribunale del riesame. Oggi, oltre all'appartenenza a un'associazione mafiosa che disponeva di armi ed esplosivi, gli viene contestata anche l'estorsione di tremila euro, compiuta nel settembre del 2010, nei confronti di un imprenditore del settore metalmeccanico, con l'aggravante dei danneggiamenti. Sanguinario il profilo criminale dei tre stiddari, assassini di Daniele Martines: Salvatore Nicastro, Gaetano Azzolina e Giuseppe Maniscalco. Quest'ultimo, in particolare, è stato già condannato per avere assassinato un altro giovane della stessa organizzazione, Angelo Legname, ucciso e bruciato qualche giorno dopo perchè, secondo alcuni pentiti, «all'interno della Stidda si stava facendo pulizia».

ANSA

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