10 gennaio 2012
Roma. L'attività estorsiva «è diventata meno oppressiva» rispetto a 20 anni fa: oggi «c'è più tollerabilità verso chi non paga il pizzo e meno oppressione sugli importi da versare. Questo rende più difficile la reazione» di imprenditori e commercianti che la subiscono. È la tesi del presidente onorario della Federazione delle associazioni antiracket (Fai), Tano Grasso, intervenuto oggi a Roma durante una conferenza stampa, promossa per presentare il documentario su Libero Grassi («Libero nel nome» di Pietro Durante), che sarà trasmesso domani sera su Raidue a 21 anni dalla denuncia di estorsione fatta da Grassi attraverso una lettera pubblicata sul Giornale di Sicilia. Secondo un'analisi elaborata da Grasso, attualmente «su 60 esercizi commerciali di Ercolano (Napoli) a cui è stato chiesto di pagare il pizzo, la maggior parte ha versato un importo non superiore ai 1.500 euro l'anno: 11 hanno versato meno di 1.000 euro, 32 fino a 1.500. Importi compatibili con il bilancio aziendale». Secondo Grasso, «ancora oggi - anche dai segnali che arrivano dal governo tecnico - non c'è consapevolezza» del fatto che queste problematiche prima di essere «materia criminale sono materia economica» e per contrastare il fenomeno mancano «sforzi sostanziali da parte delle associazioni di categoria». «La mafia non può rinunciare a quei 50 euro estorti ai commercianti e agli imprenditori, che le riconoscono la sovranità sul territorio - ha sottolineato Maurizio De Lucia della Direzione nazionale antimafia - e larga parte dei commercianti si preoccupa se la mafia non è ancora passata a riscuotere il pizzo. Il grande sforzo che ci aspetta è sotto il profilo culturale e non solo repressivo». A Palermo, ha ricordato l'esponente di Addiopizzo Daniele Marannano, oltre «700 operatori economici a Palermo e più di 10 mila consumatori» hanno aderito al «consumo critico», per favorire la denuncia di chi subisce il racket. Ma le denunce di estorsione riguardano al momento «solo 100-200 imprenditori» contro «i 10 mila paganti», ha osservato il presidente di Libero futuro, Enrico Colajanni«.
ANSA