A ventuno anni dalla lettera al “Caro Estorsore” di Libero Grassi pubblicata in prima pagina dal Giornale di Sicilia: dal movimento antiracket ad Addiopizzo.
Il 10 gennaio 1991 Libero Grassi, imprenditore palermitano, si rivolge direttamente agli estorsori, che da lui pretendono il pizzo, con una lettera pubblicata in prima pagina sul Giornale di Sicilia. Per molti è la data che segna l’inizio della lotta al racket. Da quel momento nessuno può più dire “io non sapevo”.
La vicenda di Libero Grassi viene rivissuta, in questo film-documentario che andrà in onda su Raidue il giorno 11 gennaio alle ore 23.40, dalla moglie e dai figli che ora raccontano anche una nuova storia, quella della sua eredità morale.
Il movimento Addiopizzo, con Tano Grasso, con un imprenditore che come Grassi si è ribellato, insieme al presidente dell’associazione Libero Futuro che assiste gli imprenditori taglieggiati dalla mafia e a chi ha voluto la modifica del codice etico di Confindustria, raccontano una straordinaria Palermo animata da una nuova dignità popolare. Si avvera così il sogno di Libero Grassi.
Il 29 agosto 1991 è stato ucciso, ma “è morto da persona viva”.
Ne discutono con l’autore del film-documentario Pietro Durante, martedì 10 alle ore 10.30 presso la sede dell’Associazione della Stampa Estera, a Roma in via dell’Umiltà 83/c:
Daniele Marannano, Associazione Comitato Addiopizzo
Tano Grasso, Presidente Onorario FAI
Enrico Colajanni, Associazione Antiracket Libero Futuro
Maurizio De Lucia, Magistrato Direzione Nazionale Antimafia
Pina Maisano, Moglie Libero Grassi.
Palermo 07.01.2012
Addiopizzo e Libero Futuro