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30 dicembre 2011
Per i vigili del fuoco si è trattato di un corto circuito. Per Giovanni Impastato e per il centro di documentazione diretto da Umberto Santino stanno invece accadendo cose inquietanti a Cinisi: «L´incendio divampato la notte fra l´8 e il 9 dicembre nel deposito della mia pizzeria è chiaramente di origine dolosa», denuncia il fratello di Peppino, il militante antimafia ucciso nel 1978: i sospetti di Giovanni Impastato sono adesso confermati da una perizia. «Il fuoco è stato appiccato per certo in due punti del locale, forse anche in un terzo», dice l´ingegnere Francesco Agrò: «In un gruppo di attrezzature che erano temporaneamente inutilizzate. Poi in alcuni sacchetti di rifiuti».
Dice Giovanni Impastato: «La pizzeria di Cinisi è ormai diventata un presidio di legalità, dove spesso si organizzano iniziative e dibattiti. L´incendio è stato solo l´ultimo di una serie di strani episodi: all´inizio di dicembre era stato dato alle fiamme il furgone di un pescivendolo arrestato nell´ultima operazione antimafia di Carini, era posteggiato proprio accanto alla pizzeria. A settembre un incendio doloso aveva preso di mira il vicino negozio del fruttivendolo. Qualche giorno fa - prosegue Impastato - abbiamo avuto una pesante discussione con uno strano personaggio, che sfrutta alcune prostitute della zona. Sono fatti che ci hanno fatto sorgere più di un sospetto sull´incendio».
Questa denuncia ha già messo in allerta la Procura: «Il pubblico ministero Ennio Petrigni ha disposto il sequestro dell´area per consentire nuovi accertamenti tecnici», spiega l´avvocato Vincenzo Gervasi. Umberto Santino chiede che le indagini della Procura siano estese ai nuovi interessi mafiosi nella zona attorno a Villagrazia di Carini e Cinisi. «Le indagini non si sono mai fermate - dice il generale Teo Luzi, comandante provinciale dei carabinieri - sull´incendio, ma anche su quel territorio».
s. p.

Tratto da: Repubblica-Palermo

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