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di Francesca Munno - 27 dicembre 2011
Non si può tacere di fronte all’ennesimo atto vandalico e criminale avvenuto la scorsa notte a Lamezia Terme davanti all’ingresso di una delle Comunità Progetto Sud di Don Giacomo Panizza, nella quale si svolgono diverse attività sociali e culturali tra cui il Centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati e la casa famiglia "Dopo di Noi",  ospita inoltre le sedi operative delle Associazioni R-Evolution Legalità, Disable Peolpe International, Cooperativa "Le Agricole",  lo sportello di "Banca Popolare Etica" , la sede regionale della FISH ( Federazione Internazionale superamento handicap), lo Sportello informativo Handicap e il Forum del Terzo settore della Calabria. Si tratta di un bene confiscato alla famiglia Torcasio, che ha sede nel quartiere Capizzaglie. A Lamezia negli ultimi tempi si sta assistendo ad un risveglio della criminalità, sotto gli occhi attoniti di una cittadinanza paralizzata di fronte ad attacchi di questo genere

Le associazioni:

Movimento Agende Rosse Calabria,

Casa della Legalità di Lamezia terme,

Arci Servizio Civile Lamezia Terme

Arci Servizio Civile Calabria

Arci Lamezia Terme - Vibo Valentia

Arci Calabria

Cooperativa Sociale Inrete

Circolo Martin Luther King

Legambiente Calabria

Csv (Centro Servizi Per Il Volontariato) Della Provincia Di Catanzaro

Cooperativa In Rete,

Libera Lamezia,

Associazione di volontariato R-Evolution Legalità

vogliono denunciare con forza l'accaduto, ponendo l'accento su come un attacco di questo tipo, è un attacco a tutta la società civile Lametina. Le associazioni che risiedono nello stabile operano da anni nel sociale, portando avanti progetti di grande importanza per la città: di solidarietà e di legalità, innanzitutto. Cosi in questo clima di odio razziale, di confusione generalizzata, la criminalità coltiva il proprio interesse dettando la propria "politica" sfruttando il senso di timore dei cittadini.A farne le spese, questa volta, in modo particolare, sono i minori stranieri,  temporaneamente alloggiati in questo bene confiscato, che provengono già da situazioni di precaria esistenza, , costretti a subire, loro malgrado,  anche il trauma delle violenze perpetrate dalle ‘ndrine locali in una città che sembra essere sotto scacco mafioso. E’ importante che i cittadini riscoprano di appartenere al proprio territorio, libero dal controllo della malavita locale,  e altrettanto importante è mettere in atto e costruire una strategia comune per sensibilizzare la società civile e fare in modo che ognuno possa contribuire a far rinascere Lamezia, una città libera della malavita e libera dalla schiavitù della paura.

Tratto da: lametino.it

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