16 dicembre 2011
Palermo. «Stiamo assistendo ad una vera e propria 'mitizzazionè del boss latitante Matteo Messina Denaro». Lo ha detto il capitano Pierluigi Giglio, comandante del nucleo operativo dei carabinieri di Trapani, commentando gli 11 arresti eseguiti la notte scorsa nel trapanese e che hanno fatto terra bruciata attorno al boss latitante Messina Denaro. «Dalle numerose intercettazioni, telefoniche e ambientali, non solo nell'ambito dell'inchiesta di oggi ma anche in altre indagini -spiega ancora Giglio- ci siamo resi conto che ci sono tantissimi giorni di Castelvetrano (Trapani, ndr) che hanno una sorta di adorazione per Messina Denaro. E non parlo soltanto di uomini vicini a Cosa nostra ma di persone della media borghesia e di studenti che nulla hanno a che vedere con Cosa nostra. Insomma, c'è una sorta di mito nei confronti del boss Messina Denaro». In particolare, c'è un'intercettazione telefonica in cui un operaio dice al suo interlocutore: 'Mi piacissi favorire a latitanza di Messina Denarò (Mi piacerebbe favorire la latitanza di Messina Denaro, ndr). «Questo è uno dei tanti esempi -spiega ancora Giglio- ma ce ne sono altri ancora. Matteo Messina Denaro non è certo il Bernardo Provenzano che abbiamo conosciuto che mangia cicoria e ricotta in un casolare abbandonato.Stiamo parlando di un vero e proprio 'figlio d'artè. Matteo è il figlio del boss Francesco Messina Denaro che ha rappresentato un posto di indubbia rilevanza in Cosa nostra».
Adnkronos