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15 dicembre 2011
Palermo. «Non si vendano i beni confiscati ai boss». È l'appello lanciato dal presidente del Centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco, in una lettera aperta al ministro della Giustizia, Paola Severino e al direttore dell'Agenzia dei beni confiscati, il prefetto Giuseppe Caruso. «Se non vengono rimossi tutti gli ostacoli procedurali e comportamentali al riuso sociale dei beni confiscati - si legge nella lettera - e l'Agenzia, invece, procede alla loro vendita, pur nella trasparenza dei bandi e dei controlli, si sancisce l'impotenza dello Stato a perseguire il fine prioritario previsto dalle leggi Rognoni-La Torre e 109/96». Per Lo Monaco, «prima di pensare alla vendita l'Agenzia pensi subito alla assegnazione definitiva dei beni già in uso alla Regione e agli Enti locali. Che fine farebbero gli attuali condomini affittuari nei palazzi confiscati? E per le scuole ubicate negli edifici confiscati, quegli Enti locali sull'orlo del dissesto finanziario troverebbero i capitali per acquistarle?». «Inoltre con tutte le prudenze e i controlli possibili la vendita non impedirebbe a insospettabili - dice - 'teste di turco' di acquistarli per conto delle organizzazioni mafiose». «Sul terreno scottante di una grande questione storica sociale e politica, come il contrasto alle mafie - conclude Lo Monaco - guai a far prevalere aride e tecniche considerazioni aziendalistiche a scapito della tutela dell'interesse pubblico e della sua resa immediata e differita per la democrazia e lo sviluppo libero».

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