di Sonia Alfano - 13 dicembre 2011
“La proposta del Prefetto di Palermo sulla vendita all’asta dei beni confiscati è insostenibile. Quando il governo Berlusconi provò a mettere in atto una riforma di questo tipo, tutti i giudici e i pm specializzati nella trattazione dei sequestri e delle confische antimafia si ribellarono apertamente, lanciando l’allarme sulla pericolosità di una simile scelta. Basti ricordare le parole di un magistrato integerrimo e di grande esperienza quale è Giancarlo Caselli, che spiegò come il rischio che fossero i boss a riacquistare quei beni fosse concreto, data la straordinaria liquidità economica di cui godono le mafie”.
Così in una nota l’europarlamentare e responsabile nazionale del Dipartimento Antimafia di IdV, Sonia Alfano, commenta le dichiarazioni rilasciate dal Prefetto di Palermo Umberto Postiglione, secondo il quale sarebbe opportuno vendere all’asta “le tante proprietà inutilizzate confiscate ai mafiosi”. Il prefetto ha aggiunto che “se poi se le ricomprano loro vuol dire che gliele confischeremo di nuovo”.
“E’ ovvio, infatti – aggiunge Alfano – che i mafiosi ricomprerebbero i beni attraverso semplici prestanome. Persino Rognoni, cofirmatario di quella fondamentale legge Rognoni-La Torre che introdusse il reato di associazione mafiosa e la confisca dei patrimoni, ha dovuto battersi per scongiurare il pericolo che quella battaglia di civiltà fosse vanificata. Io sono d’accordo con lui: vendere all’asta i beni confiscati alle cosche sarebbe una sconfitta per lo Stato nella lotta alla criminalità organizzata, non un modo per uscire dalla crisi. Mentre in Europa con la risoluzione sulle mafie facciamo epocali passi avanti nella lotta ai sistemi criminali – aggiunge l’eurodeputata – in Italia con un intervento di questo tipo si profilerebbe un pericolosissimo passo indietro. Bisogna invece fare in modo che il sistema delle assegnazioni funzioni a dovere e garantisca il riutilizzo a fini sociali, unica soluzione che riafferma la legalità e restituisce alla comunità ciò che è stato sottratto con la violenza e la prepotenza mafiose”.
Tratto da: soniaalfano.it