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di Gaetano Montalbano - 13 dicembre 2011
La giornalista Myrta Merlino, su La 7, ha dedicato un interessante servizio al testimone di giustizia siciliano Ignazio Cutrò. Durante la trasmissione "L'aria che tira", l'imprenditore-coraggio ha raccontato la sua vicenda pronunciando parole molto intense. "Qui siamo nell'entroterra agrigentino, dove c'è veramente lo zoccolo duro della mafia, io non mi sono sottomesso a chi mi voleva fare chiudere l'azienda" racconta Cutrò "fino ad ora sono riuscito a combattere contro la mafia ma quando ho trovato quel muro della burocrazia dello Stato mi sono fermato, è qualcosa più grande di me e quindi mi sono arreso".

La Prefettura ha impiegato più di un anno per rilasciare la "sospensiva" e quando l'imprenditore l'ha presentata ai vari enti competenti gli è stato risposto che era già scaduta. In questo modo non può ottenere il rilascio dei documenti che gli consentano di riprendere la propria attività lavorativa. "L'INPS dicono che hanno ragione, l'INAIL non parla, la Prefettura dice che sono i tempi, quello che ho torto sono io che non lavoro. In questo momento sicuramente i mafiosi si stanno facendo quattro risate perchè non andando a lavorare io diciamo che loro finora hanno vinto" dice l'imprenditore e poi spiega "io sono rimasto qua perchè voglio riprendere la mia azienda, non voglio perdere la mia dignità di imprenditore, io voglio ritornare a lavorare, Stato aiuta tuo figlio, io voglio ritornare a lavorare".

Verso la fine del programma Ignazio Cutrò, in diretta televisa, ha lanciato un appello al nuovo ministro degli interni Annamaria Cancellieri: "non deve essere soltanto una parte dello Stato, Magistratura e Forze dell'Ordine, a proteggerci ma anche voi dovete aiutarci e fare in modo che la mia impresa possa tornare a lavorare. Io e la mia famiglia abbiamo scelto di stare dalla parte dello Stato."

Tratto da: lenotiziedimontalbano.it

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