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9 dicembre 2011
Palermo. «Ho qualche dubbio sulla causa accidentale dell'incendio. Mi auguro che i vigili del fuoco abbiano ragione, ma da settembre a oggi registro una serie di fatti inquietanti che mi fanno pensare ad altre cause». Così Giovanni Impastato, fratello di Peppino, il militante di democrazia proletaria ucciso da Cosa Nostra nel 1978, commenta i primi accertamenti sul rogo che la notte scorsa ha devastato il magazzino della pizzeria di Cinisi di cui è titolare. «Le indagini stanno facendo luce - dice ma mi sembra strano pensare a un corto circuito all'esterno, nel periodo invernale, all'aperto. Aspettiamo i risultati definitivi, quel che è certo è che quest'estate hanno incendiato il negozio di frutta e verdura accanto al locale che avevamo dato in gestione; nella retata del 15 novembre scorso, tra gli arrestati per mafia a Carini, c'era anche un fiancheggiatore, Salvatore Rugnetta, che davanti al nostro negozio vendeva pesce; inoltre abbiamo denunciato energicamente un giro di prostituzione gestito da rumeni e lo sfruttatore è venuto a protestare in modo provocatorio nella nostra pizzeria». «Non sono una persona che approfitta delle circostanze - conclude Impastato - ma questi fatti criminosi, in successione, mi creano qualche timore e mi fanno pensare a un incendio doloso. Spero di essere smentito».

ANSA

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