di Sonia Alfano - 21 novembre 2011
E’ un giorno triste. Ieri sera ci ha lasciati una delle persone migliori che la vita mi abbia mai fatto incrociare: il giudice Giambattista Scidà, autentico servitore dello Stato e uomo di smisurata cultura che ha portato avanti battaglie interminabili, difficili e spesso tristemente solitarie, per la legalità a Catania. Si tratta per me di un’atroce perdita. “Titta” è stato molto più che un alleato, più che un amico. Ogni settimana mi chiamava e diceva “mia cara, solo per dirti che ti voglio bene, ricordalo” … ed io lo ricorderò. A lui mi legava un affetto profondo, ed è difficile spiegare qui e adesso, con queste poche parole, quanto sia difficile confrontarsi con questo dolore.
Il suo nome, indissolubilmente legato al “Caso Catania”, e tutto ciò che ha fatto per rendere migliore la città, rimarranno nella memoria di tutti i cittadini onesti che ne hanno apprezzato e condiviso le qualità e lo spirito.
Fino all’ultimo momento, nonostante l’età, i problemi di salute e le infamie e calunnie che gli erano state gettate addosso con crudeltà e livore dai suoi inqualificabili detrattori, Titta si è battuto come un leone. Non credo sia un caso se ci ha lasciati pochi giorni dopo la nomina del nuovo procuratore: finalmente alla guida della procura catanese è giunto un magistrato estraneo al sistema di potere che la attanaglia da decenni.
Ha resistito come pochi altri avrebbero saputo fare, ed anche per questo soffriremo tremendamente la sua mancanza.
Non sarò mai abbastanza grata per aver avuto la straordinaria opportunità di avere al mio fianco, in questi anni di impegno civile e sociale, un uomo del suo spessore.
Arrivederci, Titta. Dimenticarti è impossibile.
Tratto da: soniaalfano.it
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