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18 novembre 2011
Palermo. «Dopo aver appreso ieri sera tardi, dalle agenzie e quotidiani on line, della ammissione al Processo di Palermo di una lettera anonima firmata »familiari dei detenuti« e inviata nel febbraio del 1993 al Presidente della Repubblica e a tanti altri soggetti di grande importanza per il Paese, ci domandiamo se sia stato fatto veramente tutto per arrivare a capire quanto la trattativa fra Stato e mafia sia stata determinante per la morte dei nostri parenti». È quanto si chiede Giovanna Maggiani Chelli, Presidente dell'Associazione familiari vittime della strage di via Georgofili. «Ovvero se le indagini sui probabili »mandanti esterni« a cosa nostra per le stragi del 1993 siano state veramente fatte a 360 gradi o se qualche documento di vitale importanza per una verità più completa sia rimasto in cassetti polverosi perchè ritenuto scomodo, dopo la morte del Magistrato Gabriele Chelazzi - scrive in una nota - Oggi alla luce dei nuovi fatti, le deposizioni di uomini dello Stato al recente Processo Tagliavia per le stragi del 1993, sui passaggi da carcere duro a carcere normale, chiaramente dopo le opportune verifiche, lasciano aperti infiniti dubbi, che crediamo fortemente vadano chiariti per una giustizia più completa nei confronti dei nostri morti e dei nostri feriti».

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