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da lenotiziedimontalbano.it - 7 novembre 2011
“Il ministro Maroni assuma immediatamente tutte le iniziative normative necessarie che permettano ai testimoni di giustizia di continuare a lavorare affinché possano, da cittadini comuni, riprendere la propria attività imprenditoriale e lavorativa”. E’ l’appello che il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, rivolge al ministro dell’Interno con un’interrogazione a risposta scritta, nella quale si segnala il caso dell’imprenditore Ignazio Cutrò. Le istituzioni devono tutelare il testimone di giustizia, Ignazio Cutrò, e aiutarlo affinché possa riavviare la sua attività imprenditoriale e lavorativa. “Cutro’, che è diventato simbolo della lotta alla mafia e che, grazie alle sue denunce e testimonianze – si legge nel testo dell’interrogazione - ha permesso allo Stato di arrestare decine di boss, ha dovuto sacrificare il suo lavoro, in seguito a reiterati attentati, intimidazioni e minacce da parte di malviventi contro di lui e la sua famiglia. Dopo aver ottenuto, come prevede la legge per le vittime del racket, la temporanea sospensione prefettizia con la quale sono stati congelati i debiti contratti con le banche, per rimediare ai danni causati dagli attentati, l’Inps ha notificato di non riconoscere questa sospensiva così non rilasciando i documenti indispensabili per riavviare l’azienda. Nel frattempo, la sospensione prefettizia è scaduta e le banche pretendono di riavere quanto di loro spettanza. Ignazio Cutrò si sente abbandonato, in primo luogo, dalle istituzioni che, con la loro burocrazia, gli hanno impedito di riavviare la sua impresa”. “I testimoni di giustizia – si legge ancora - rappresentano una risorsa preziosa, in quanto sono cittadini onesti che hanno creduto nello Stato e hanno avuto il coraggio di denunciare il malaffare. Le istituzioni hanno il dovere di rimuovere qualunque ostacolo burocratico leda il loro diritto di riprendere la propria vita e l’attività lavorativa”.
 
Tratto da: lenotiziedimontalbano.it

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