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di Sonia Alfano - 7 novembre 2011
Da oltre un anno i familiari di Attilio Manca aspettano una risposta in merito alla terza richiesta di archiviazione delle indagini sulla “misteriosa” morte che quasi otto anni fa sconvolse per sempre la loro vita. Si tratta di un’attesa snervante, logorante e ingiusta. Per questo ho inviato una lettera al Gip di Viterbo Salvatore Fanti.

Di seguito il testo della lettera:

Dott. Fanti,
era il 16 luglio del 2010 quando si riservò di decidere in merito alla terza richiesta di archiviazione delle indagini riguardanti il caso di Attilio Manca, giovane e brillante medico trovato morto il 12 febbraio del 2004 nel suo appartamento di Viterbo in circostanze da più parti definite “misteriose”.
Fin dall’inizio di questa terribile vicenda, le omissioni e l’inerzia mostrate dalla procura di Viterbo hanno destato sospetti nella famiglia Manca, nel loro legale avv. Fabio Repici e in gran parte dell’opinione pubblica.
Oggi, ad oltre un anno da quel 16 luglio, ho deciso di scriverLe per rivolgerLe un appello: metta fine alla logorante attesa della famiglia Manca. Ci spieghi, perchè questo lunghissimo silenzio? Perchè nessuna risposta alle tante domande che migliaia di cittadini italiani si sono posti sulla morte di Attilio Manca? Peraltro, in occasione dell’ultima udienza, aveva assicurato che avrebbe preso una decisione in breve tempo.

Da sette anni la famiglia Manca e i tanti cittadini onesti siciliani e italiani attendono una verità che stenta ad arrivare. Dott. Fanti, questo ennesimo inspiegabile ritardo, tanto più se prelude all’archiviazione dell’inchiesta, già oggi rischia di mortificare la dignità di una vittima innocente e di tutti quei cittadini che credono nella giurisdizione e nella sua capacità di offrire verità e giustizia alla società italiana. Non consenta che sia ancora una volta inferto un colpo così violento alla giustizia.

Con rispetto.

Fonte: SoniaAlfano.it

Tratto da: 19luglio1992.com

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