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5 novembre 2011
Catania. «Mancano delle cose che sono essenziali, quindi, più realisticamente si potrebbe dire che questa è una legge che ha introdotto alcune novità. Ma veicolare all'opinione pubblica l'idea che è stata data alla magistratura e alle forze di polizia una sorta di arma risolutiva contro le mafie ne corre; c'è il pericolo di creare una aspettativa che rischia di andare delusa». Questo il giudizio sul 'Codice antimafià del Procuratore Generale presso la Corte d'appello di Caltanissetta, Roberto Scarpinato, a margine di un convegno sul tema «Il contrasto ai patrimoni delle mafie», organizzato a Catania da Magistratura Democratica, Movimento per la Giustizia, Articolo 3 e Libera. «Questo nuovo 'Codice antimafià - ha aggiunto - è stato chiamato 'Piano straordinario contro le mafiè. In realtà quello che io trovo straordinario sono le cose che mancano, che sono tante e troppe. Mancano le norme sull'autoriciclaggio, manca una modifica del reato di scambio elettorale-politico-mafioso, mancano dei nuovi tipi di confische penali che sono state previste dell'Unione Europea, manca un potenziamento degli strumenti di indagine per le misure di prevenzione». «Le contromisure - ha concluso Scarpinato - sono state indicate da tantissimo tempo da tutti gli specialisti del settore, proposte che sono rimaste purtroppo lettera morta. Sembra proprio che il legislatore da quest'orecchio non ci voglia sentire».

ANSA

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