28 ottobre 2011
Catanzaro. Non sono utilizzabili i numerosi frammenti di impronte digitali trovati su alcuni elementi raccolti nell'ambito dell'inchiesta sulle bombe fatte esplodere lo scorso anno...
...contro la Procura generale di Reggio e l'abitazione del procuratore generale Salvatore Di Landro, e sull'intimidazione al procuratore di Reggio, Giuseppe Pignatone, con un bazooka fatto trovare davanti la sede della Dda reggina. A questa conclusione sono giunti i periti nominati dal giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, Assunta Maiore, che stamane ha acquisito gli esiti degli accertamenti tecnici durante un incidente probatorio. I periti, tutti professionisti di Roma, hanno trovato numerose tracce di impronte digitali ma nessuno di questi è utile per effettuare una comparazione. I periti, inoltre, non hanno trovato nessuna traccia biologica dalla quale si potrebbe estrarre il Dna. Saranno invece acquisite nell'udienza dell'1 dicembre gli esiti delle perizie sui filmati relativi alla bomba alla procura generale. Nell'ambito dell'inchiesta sulle intimidazioni ai magistrati reggini nei mesi scorsi sono state arrestate 4 persone, ritenute mandanti ed esecutori della strategia della tensione. L'inchiesta ha avuto un impulso decisivo dalle dichiarazioni del boss pentito Antonino Lo Giudice, che si è autoaccusato di essere il mandante ed ha chiamato in causa il fratello Luciano ed altre due persone: Antonio Cortese, ritenuto l'esperto di esplosivo della cosca, e Vincenzo Puntorieri, legato allo stesso Cortese, accusati dell'esecuzione materiale dell'attentato.
ANSA