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da corriere.it - 27 ottobre 2011
Responsabili del dramma dei desaparecidos MILANO - L'angelo biondo della morte e altri undici ex alti ufficiali della polizia argentina sono stati condannati all'ergastolo per crimini contro l'umanità. Alfredo Astiz e gli altri militari sono i principali responsabili del dramma dei «desaparecidos» durante la dittatura militare tra il 1976 e il 1983. I reati per cui sono stati condannati sono rapimento, tortura e omicidio di dissidenti nel più grande centro di detenzione e tortura di Buenos Aires, la Escuela mecanica de la armada (Esma).

L'ANGELO BIONDO DELLA MORTE - Astiz, 59 anni, ex spia della Marina, si guadagnò il suo soprannome «angelico» per i tratti gentili del viso, e la spietata capacità di insinuarsi tra i contestatori del regime per poi farli arrestare. È stato ritenuto responsabile, tra l'altro, di complicità nella scomparsa, tortura e uccisione delle due suore francesi Alice Domon e Leonie Duquet, e di Azucena Villaflor, fondatrice del gruppo Madri di plaza de Majo. Astiz si era infiltrato nel gruppo che si riuniva nella Chiesa di Santa Cruz a Buenos Aires, spacciandosi per fratello di una desaparecida. In pochi mesi fece sequestrare, torturare e assassinare dodici donne che avevano l'unico torto di aver chiesto notizia dei propri familiari scomparsi.

IL CASO WALSH - Astiz è stato anche giudicato colpevole della sparizione di Rodolfo Walsh, che insieme allo scrittore Gabriel Garcia Maquez fondò l'agenzia Prensa Latina e che diede voce al dissenso durante la dittatura. I crimini riguardanti tutti gli imputati includono 86 casi di tortura e omicidio di desaparecidos commessi all'Esma, ora museo aperto al pubblico. Si stima che nella struttura furono detenute circa 5mila persone e che meno della metà di loro sopravvisse. Il processo, iniziato a dicembre 2009, ha visto la condanna di altri quattro imputati al carcere per periodi di pena tra 18 e 25 anni e l'assoluzione di altri due.

LA COMMOZIONE DEI PARENTI - Alla lettura delle sentenze centinaia di attivisti, parenti dei desaparecidos e gente comune in attesa in strada ha festeggiato, applaudendo e piangendo. «Olé olé, avranno il destino dei nazisti. Dovunque andranno, li troveremo», cantavano, definendo quello di oggi un «giorno storico per l'Argentina». Intanto, prosegue il processo sul rapimento sistematico dei figli delle detenute nel centro, che era utilizzato anche per far partorire le donne incinte. I neonati venivano fatti scomparire e affidati in segreto ad altre famiglie.

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Tratto da:
corriere.it

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