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13 ottobre 2011
Roma.
Confermato, dalla Cassazione, il trasferimento d'ufficio e la perdita di un anno di anzianità nei confronti del sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Santi Francesco Cutroneo, 'colpevole' di aver mantenuto rapporti di amicizia con inquisiti per mafia, per aver partecipato a pranzi di gala con parenti di un boss latitante, per aver nascosto ai colleghi della Procura di aver fatto bonificare il suo ufficio dalla presenza di cimici.
Con questi comportamenti, ad avviso della Suprema Corte - sentenza 20936 - Cutroneo ha compromesso la sua immagine di magistrato e quella «dell'intero ordine giudiziario». Questi comportamenti disdicevoli sono stati commessi dal febbraio 2006 al febbraio 2008. A seguito di queste vicende Cutroneo era entrato in contrasto personale e professionale anche con il sostituto della Dda di Reggio Salvatore Boemi al quale ometteva di segnalare notizie inerenti a un procedimento di criminalità organizzata dei quali entrambi erano assegnatari. Con riferimento al tentativo di Cutroneo di difendersi dal capo di incolpazione disciplinare relativo alla cena con i parenti del boss latitante all'inaugurazione di un locale a Taormina di proprietà di Ugo Marino, l'amico inquisito di Cutroneo, i supremi giudici respingono la tesi del pm di essere stato «commensale» in quell'occasione per approfondire l«attività investigativà. Confermato anche l'addebito disciplinare per aver »serbato il silenzio sull'operazione di bonifica dalle microspie«. Con questo verdetto la Cassazione ha confermato la sentenza disciplinare emessa dal Csm lo scorso 8 febbraio.

ANSA

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