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Atti sessuali completi consumati dall'uomo con la partecipazione della madre, che non avrebbe protetto i figli ma, stando al racconto della vittima, rideva mentre avvenivano gli abusi nella casa di un paese del monrealese. 
La denuncia, partita da una delle piccole vittime al Telefono Azzurro, ha fatto scattare l'operazione dei carabinieri della Compagnia di Monreale nei confronti di un uomo e una donna di 30 e 44 anni, accusati in concorso di atti sessuali con minorenne. 
La Procura della Repubblica – con l'indagine coordinata dall'aggiunto Laura Vaccaro, che guida il dipartimento per i reati contro i minorenni – ha trasferito le due ragazzine in una comunità alla fine di agosto, in sole 48 ore e d'intesa con la Procura per i minorenni. 
La gravissima vicenda è emersa grazie al coraggio della bambina, che ha contattato il numero di emergenza dell'associazione di aiuto all'infanzia, affidando agli operatori il drammatico racconto dei ripetuti abusi sessuali. 
Alla fine di agosto, sulla chat dedicata del Telefono Azzurro è comparso un messaggio: “Aiutatemi”, scritto dalla dodicenne. 
La ragazzina, figlia biologica della donna, secondo quanto emerso dalle parole della vittima, sarebbe stata costretta – insieme al fratello di qualche anno più grande, anch'egli figlio naturale dell'arrestata – a partecipare ad atti sessuali consumati dalla coppia. 
Gli operatori hanno immediatamente allertato i carabinieri, consentendo un intervento tempestivo che ha permesso l'avvio di una delicata indagine lo scorso agosto. Grazie a una mirata attività tecnica, sotto il coordinamento della Procura di Palermo, è stato possibile delineare i contorni di una vicenda familiare segnata da violenze, degrado e isolamento sociale. I militari hanno sequestrato telefoni cellulari, pc e altro materiale informatico, oltre all'appartamento in cui si sarebbero consumate le violenze. I due bambini sono stati collocati in una comunità protetta, mentre la coppia è stata condotta nel carcere Pagliarelli. 

Foto © Imagoeconomica 

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