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"E' importante avere il contributo di tutti, se vogliamo davvero impedire che questa terra diventi saccheggiata e dominata dalle organizzazioni criminali, perché il rischio è altissimo e spesso c'è il rischio di accorgersene quando è troppo tardi". Sono le prime parole di Paolo Guido, come nuovo procuratore capo di Bologna, nel giorno del suo insediamento ufficiale. Comincia in città il lavoro dell'oramai ex procuratore aggiunto di Palermo, noto soprattutto per essere stato colui che ha coordinato le indagini che hanno portato alla cattura del super boss latitante Matteo Messina Denaro. Nel corso di una cerimonia, tenutasi ieri nel Tribunale di Bologna, davanti alle istituzioni cittadine e ai magistrati della regione, dopo i saluti anche del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo e del Procuratore Palermo, Maurizio de Lucia, Paolo Guido nel suo discorso ha rivolto un appello ai cittadini dell'Emilia-Romagna. "Se questa terra ha bisogno di una Procura e di forze dell'ordine efficienti, presenti, la Procura e le forze dell'ordine hanno bisogno di questa terra. Quindi permettetemi di rivolgere un appello alle energie sane di questa regione che sono ancora in grandissima parte maggioranza. Noi ci impegneremo - ha sottolineato - a non trascurare certe imprese che crescono troppo velocemente o che esistono nonostante perdite evidenti. Non trascureremo alcuni monopoli che si creano improvvisamente, dai bar, agli autolavaggi, alla ristorazione. Non trascureremo tutto ciò che regola il territorio. Ogni piccolo alert proveremo a leggerlo in controluce, proveremo a metterlo insieme agli altri, proveremo a fare sistema. Anche dal punto di vista investigativo. Ma voi - ha aggiunto Guido -, maggioranza sana e responsabile di questa terra, non trascurate certi segnali, non sottovalutate certi intermediari che senza rivestire ruoli formali, tramano, dirigono, gestiscono". Per il nuovo Procuratore capo, che si è anche commosso ricordando i successi raggiunti insieme ai colleghi di Palermo, "la maggioranza sana e responsabile di questa terra, prima di investire risorse, uomini e mezzi", si deve interrogare "sull'origine di certi patrimoni che improvvisamente compaiono, che si offrono senza un motivo evidente di sanare, di risolvere, di ridare fiato. Non tollerate - ha detto ancora - tutti sistemi paralleli di controllo sociale, di mediazione, di risoluzione dei conflitti. Non lasciatevi mai dominare dal potere del silenzio". 

Foto © Davide de Bari 

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