Il killer che ha sparato al boss della mafia cinese a Roma Zhang Dayong, detto Asheng, e alla sua compagna non ha agito da solo.
Le immagini delle telecamere mostrano un commando composto da almeno tre persone.
Le indagini sono dirette dall’ufficio del Procuratore di Prato Luca Tescaroli e dalla Dda di Roma assieme ia carabinieri del nucleo Investigativo coordinati dai pm Alessandra Fini e Stefano Opilio.
Zhang Dayong, 53 anni, era il ‘braccio destro’ de “l’Uomo nero” cioè il capo della mafia cinese trapiantata a Roma per fare la guerra ai connazionali che controllano l’indotto del tessile a Prato.
Ashen aveva un ruolo preciso: il gioco d’azzardo e la protezione dei capi. Di quelli che gestivano per conto del boss gli affari del locale New Fenice, delle società Euro Anda, Dtv, Eurtopa Transport. E la Air logistique. Imprese già finite sotto la lente della guardia di finanza di Roma e poi passate all’esame della procura di Prato.
L’esecutore materiale del primo delitto della mafia cinese a Roma, lunedì sera, alle 23, aveva sparato sei colpi con una pistola calibro 9, quattro proiettili centrano Asheng alla testa e al torace, altri due la donna.
Il killer si era allontanato senza correre, protetto da un palo e dai complici.
L’episodio è solo l’ultimo di una lunga guerra, per ora svoltasi in ‘sordina’, iniziata 10 anni fa con gli incendi ai capannoni.
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