“È difficile comprendere cosa si prova o cosa significa togliere qualcosa che per 48 anni è stato parte della tua vita lavorativa e non solo. Questo tavolo ha una sua storia, le prime mani che si sono posate su questo tavolo sono state del grande maestro ceramista De Simone, poi il tavolo fu dato a una delle fabbriche di ceramica più antiche di Palermo: la Faceas, dove lavorarono il compianto maestro Angelo Seminara, il ceramista Pacco, il pittore Meschis e altri. Erano gli anni ’60, ’70. Negli anni ’80 la Faceas lo diede a me e io per 48 anni ho dato lavoro a decine e decine di famiglie producendo in questo tavolo opere uniche, tra cui il presepe che ho donato a Papa Francesco o quello che realizzai per la Camera dei deputati.
Oggi purtroppo, dopo aver perso tutto e avendo gravi problemi economici, sociali e di salute, sono costretto a venderlo”. Così Bernardo Raimondi, il ceramista palermitano che da tempo denuncia il suo stato di abbandono da parte delle istituzioni dopo essere stato colpito dall'usura, nel suo ennesimo e disperato grido di aiuto. “Il prezzo fate voi o da concordare - aggiunge -. Non ho avuto negli anni aiuti concreti da parte dello Stato, delle istituzioni e dalle associazioni di categoria. Ormai soltanto un miracolo potrà salvarmi. Non faccio altro che chiedere la carità ogni giorno. Vivo soltanto con la pensione di invalidità. I miei figli si sono trasferiti e anche loro hanno problemi. L’unica bella notizia è che sono diventato nonno da pochi giorni”.
Foto © Davide de Bari
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