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Esiste, da qualche parte, una particolare fotografia dei Giardini dedicati al Giudice Antonino Caponnetto, sul Lungarno, a Firenze: in essa, di spalle, si vede una bambina molto piccola, con un vestitino chiaro, leggero, e un cappellino di paglia che, in braccio ad un adulto, si sporge sulla Lapide come a voler leggere le parole scritte in Memoria di quell’Uomo Giusto.

Nottetempo, o nelle prime ore della giornata di ieri 18 agosto, quella pietra è stata spaccata in due. Non si conoscono ancora le ragioni. Quei Giardini, a detta dei fiorentini, “potenzialmente bellissimi”, non hanno, negli anni, mai avuto la giusta attenzione e cura: è un ossimoro che un luogo dedicato al Giudice sia non un bene condiviso di gioia e luce, ma trascuratezza, spaccio e abbandono.

Come Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto”, esprimiamo vicinanza alla Famiglia, ai Cittadini, e chiediamo alle Istituzione preposte  che questa cura e attenzione comincino finalmente ad esserci costantemente e i Giardini tornino uno Spazio Ritrovato dove “ricordare” non sia cosa sconnessa dalla realtà di tutte le ore.

In un tempo confuso, talvolta anche torbido - per dirla con il Giudice - sistematicamente teso anche a sovvertire, manipolare, offendere, “ciò che è stato”, la Memoria deve essere operante, i Segni conseguenti. Autentici.

Anche riparare quella scritta su una pietra che una mano vigliacca e ignorante ha tentato di cancellare.

Foto © Shobha
  

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