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L’immobilismo del sistema politico, istituzionale, sociale, l’apparente calma nella quale viviamo alimenta l’idea che l’illegalità è inevitabile. La cronaca degli ultimi giorni si è macchiata di un omicidio, a Cetraro (CS), ma precedentemente non sono mancati atti violenti e intimidatori ai danni di amministratori, giornalisti, imprenditori, commercianti, nelle province di Catanzaro, di Vibo Valentia, di Crotone, di Reggio Calabria… la Calabria tutta è devastata dalla ‘Ndrangheta! Tanti subiscono nel silenzio. Nessuno può dirsi indenne. La musica è sempre la stessa, non cambia: tutti nella morsa della paura!

Si fanno ipotesi su probabili regolamenti di conti, nuove guerre di ’Ndrangheta. Ma non è possibile che serva lo spargimento di sangue, il fatto eclatante, per farci accorgere di essere costantemente soffocati e costretti ad una vita senza libertà. L’escalation della criminalità organizzata sembra direttamente proporzionale alle numerose operazioni di polizia. Si tenta di decapitarla ma anziché regredire continua a crescere e affermare il suo potere e non perde occasione per rimarcarlo.

Per arrestare questa continua ascesa è urgente un cambio di rotta, anche da parte dell’associazionismo: la memoria degli eroi non serve se non si sostiene chi continua ogni giorno a combattere per la difesa dei diritti di tutti. La superficialità, l’indifferenza e il silenzio abituano alla presenza delle mafie, rendono complici del sistema illegale, alimentano l’idea di dover convivere con questo mostro. La normalità deve essere riconoscere i fenomeni mafiosi e opporvisi, con azioni concrete, con la denuncia, che è l’unica arma efficace per sconfiggere la criminalità organizzata. 

Foto © Paolo Bassani

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