Moni Ovadia si dimetterà da direttore del Teatro Comunale di Ferrara. Lo annuncia in un'intervista al Corriere.it, spiegando che lo farà venerdì. L'attore era stato al centro delle polemiche per le prese di posizione critiche sulle responsabilità del governo israeliano e del premier Benjamin Netanyahu sulla crisi. "La maggioranza del Consiglio d'amministrazione e del Consiglio Comunale sono contro di me, quindi hanno tutti gli strumenti per mettermi all'angolo. Siccome sono un uomo libero, anticipo questa cosa ma constato che l'Italia è un regime, non è una democrazia neanche da lontano", dice. "Lo faccio per i lavoratori che non devono essere danneggiati. Per citare Simone de Beauvoir, io accetto la grande avventura di essere me stesso. Sono fatto così e dal 1994 denuncio le politiche del governo di Israele. Spero che questo mio piccolissimo gesto serva a mettere in avviso cittadini italiani: quando attacchi le opinioni inizi a prefigurare la tirannia", prosegue Ovadia. "Ho detto che la responsabilità di tutto quello che è accaduto ricade sul governo israeliano. Non ho detto 'Viva Hamas'. Ho solo aggiunto che hanno lasciato marcire la situazione. Ho scritto cose molto, molto più forti in questo senso in passato. Fino a ieri ero intenzionato a non dimettermi ma a farmi cacciare, piuttosto. Dopodiché sarei andato in tribunale. Ma, ripeto, non voglio danneggiare il teatro. Non solo, questa situazione si sarebbe ripresentata continuamente, perché questo è il nuovo fascismo: stigmatizzare l'opinione delle persone criminalizzandole", aggiunge, spiegando di aver ricevuto solidarietà: "Moltissima, ma solo dai cittadini comuni e da alcuni colleghi di teatro. Solidarietà istituzionale nessuna. Mi aspettavo che qualcuno delle istituzioni dicesse: posso non essere d'accordo con te, ma hai il diritto di esprimere le tue opinioni. Invece registro anche che l'Italia è il paese con il più alto tasso di vigliaccheria che si possa concepire".
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