"Sono passati trent'anni da quel 27 luglio 1993 quando, nel giro di poche ore, si consumarono tre attentati, uno a Milano e due a Roma, alla Basilica di San Giovanni in Laterano e alla Chiesa di San Giorgio in Velabro". Lo afferma Stefania Ascari, deputata del Movimento 5 Stelle e membro della commissione Giustizia e Antimafia. "Nel capoluogo lombardo, in Via Palestro, un'autobomba piazzata da Cosa Nostra presso la Galleria d'arte moderna e il Padiglione di arte contemporanea uccise cinque persone: Moussafir Driss, che stava dormendo su una panchina, Alessandro Ferrari, agente della municipale, e Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, tutti e tre vigili del fuoco. A Roma ci furono 22 feriti - prosegue -. Solo pochi mesi prima vi fu un'altra strage, quella di via dei Georgofili a Firenze. Era in atto un vero e proprio progetto mafioso che già aveva portato all'uccisione dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e che mirava a destabilizzare le istituzioni democratiche e la società civile". "Su quella stagione di terrore messa in atto dalla mafia tra il 1992 e il 1993 ancora non è stata fatta piena luce, in particolar modo sul coinvolgimento di tutte le altre entità esterne, inclusi i rappresentanti istituzionali - aggiunge Ascari -. Non dobbiamo smettere di lavorare, nelle aule di giustizia e parlamentari, affinché si vada a fondo e la verità sia consegnata al Paese. C'è ancora tanto che non conosciamo e che non possiamo permetterci di lasciar cadere nell'oblio. Solo con la verità onoriamo le vittime, la nostra storia e la nostra democrazia".
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Stefania Ascari: ''Ancora tanto da conoscere sulle stragi del '93''
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