Anche Milano ha ricordato il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta assassinati dalla mafia 31 anni fa con una cerimonia istituzionale ai giardini dedicati a lui e a Giovanni Falcone. Alle 16:59 di ieri, ora dello scoppio della bomba, è suonata la sirena dell'autopompa dei vigili del fuoco e c'è stato un minuto di silenzio.
La cerimonia è stata aperta dalle parole di polemica di Guido Fogacci, della scuola di formazione Antonino Caponnetto. "Chissà cosa avrebbero pensato Falcone e Borsellino nel vedere le bandiere a mezz'asta per un signore che ha fondato un partito politico - ha spiegato - insieme ad un condannato in via definitiva a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Quel partito è Forza Italia ed è attualmente al governo".
"Fare tesoro dell'impegno di Falcone e Borsellino nella lotta alla mafia - ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala - è il modo migliore per onorarli. Milano ha fatto propria la lotta alla criminalità e alla corruzione, una priorità che non deve essere prerogativa di una parte politica ma che deve caratterizzare le istituzioni tutte". Al ricordo milanese della strage di via D'Amelio ha preso parte anche il procuratore capo di Milano Marcello Viola che ha iniziato la sua carriera di magistrato proprio a Palermo. "Voglio ricordare di Paolo Borsellino la consapevolezza del suo sacrificio - ha detto Viola nel suo ricordo -, non ha arretrato di un millimetro pur sapendo che era condannato a morte. Quei 57 giorni, dopo la strage di Capaci, furono la cronaca di una strage annunciata vissuta con grande senso dello Stato". Presente a Milano anche Massimo Caponnetto figlio del giudice Antonino che ha portato un ricordo del padre e della madre, Elisabetta Baldi, scomparsa da poco.
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