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Le parole dell’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage

Sono passati 30 anni dalla strage di via dei Georgofili che il 27 maggio 1993 causò 5 morti, 48 feriti, 173 opere d'arte danneggiate, 7 distrutte e la devastazione di 12 ettari di centro cittadino, colpendo non solo i cittadini inermi e innocenti ma anche la città di Firenze, il Governo di allora e l'intero Stato Italiano. Infatti l'Associazione sottolinea come la strage di Firenze sia stata una strage politica compiuta “per finalità di eversione dell'ordine democratico” come sancito nei tre processi di Firenze, confermati da tre sentenze di Cassazione (06.05.2002 – 18.01.2016 – 20.02.2017). 

 

L'Associazione ringrazia la Magistratura fiorentina per il lavoro svolto e per l'accertamento della verità completa sulla strage, avendo individuato gli organizzatori ed esecutori materiali con la condanna definitiva degli autori a 18 ergastoli, stimando che la verità giudiziaria penale è stata raggiunta al 90% e che oggi occorra arrivare alla verità completa sui concorrenti morali ovvero coloro che hanno suggerito, incoraggiato e rafforzato la volontà stragista di cosa nostra nel 1993.
Infatti l'Associazione, associandosi alle parole del Presidente Mattarella pronunciate il 9 Maggio 2023 (“ci sono state gravi deviazioni … per le quali avvertiamo ancora l'esigenza pressante di conoscere la PIENA VERITA”) e in base alle tre sentenze definitive di Firenze e alle due sentenze di I° e II° grado di Palermo sulla “trattativa”, per cui i fatti sono stati accertati da 74 Giudici Penali in un arco di tempo di 24 anni (dal Giugno 1998 al 08.2022), ritiene provato che la strage di Firenze del 27 maggio 1993 è stata causata da 5 ANTECEDENTI REALI DI FATTO:
1° Antecedente) La sentenza di Cassazione del 30 Gennaio 1992, che confermava gli ergastoli del “maxiprocesso” istruito da Falcone e Borsellino, con la volontà stragista di cosa nostra di “eliminare i rami secchi” punire i politici traditori e uccidere i nemici storici: il movente è la vendetta e la prevenzione.
2°) la trattativa ROS – Ciancimino – Riina dell'Estate 1992, come provata dalle 5 sentenze sopra menzionate e la quale ha rafforzato la volontà stragista di cosa nostra 
3°) la “vicenda Paolo Bellini” dell'Estate 1992, con il cambio degli obiettivi delle stragi: non colpire più la singola persona, ma colpire il patrimonio artistico dello Stato per costringerlo a riprendere la trattativa sospesa del 1992.
4°) La mancata perquisizione del covo di Riina, dopo il suo arresto il 13.01.1993, che ha dato a cosa nostra corleonese la “devastante consapevolezza” che una trattativa era in piedi e che la strategia stragista era vincente e che doveva continuare (“la strage paga”)
5) La crisi politica dello Stato nell'aprile 1993, con l'esito del referendum sulla abolizione del finanziamento pubblico; con le dimissioni del Governo Amato; con la nomina del Governo Tecnico Ciampi; con la autorizzazione a procedere contro Andreotti e le monetine scagliate al San Raphael contro Craxi.
E quindi nel Maggio 1993 iniziarono le 6 stragi eversive dell'ordine democratico, con autobomba, in continente, colpendo Roma (la capitale politica) con l’attentato a Maurizio Costanzo e il 28 luglio l’attentato a due chiese famose quali San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro dove per fortuna non ci furono morti ma solo distruzioni e feriti; Firenze (la capitale della cultura) il 27 maggio in via dei Georgofili; Milano (la capitale economica) il 27 luglio, con auto bomba posizionata al padiglione di arte contemporanea in via Palestro distruggendo molte opere e soprattutto causando 5 morti e molti feriti e poi domenica 23.01.1994 (“doveva essere il colpo di grazia al sistema”) facendo esplodere una Lancia tema carica di esplosivo allo stadio olimpico di Roma al passaggio di due pullman di carabinieri di servizio allo stadio e solo per un caso la bomba non esplose.

 

La nostra Associazione, come per suo statuto, continuerà la sua opera di memoria dei fatti stragisti passati; continuerà il ricordo delle stragi come il riportare alla attualità presente e ai giovani l'ammonimento a non abbassare la guardia nella lotta a cosa nostra con il mantenimento dell'art. 41 bis e l'ergastolo ostativo agli stragisti; e continuerà nella richiesta della verità completa giudiziaria sui concorrenti morali esterni a cosa nostra, con l'unico fine che non ci siano MAI PIU' STRAGI IN ITALIA.

ANTIMAFIADuemila
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