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È desolante dover continuare a constatare che tutto il territorio piemontese è completamente invaso e pervaso dalla criminalità organizzata. Dalla relazione della DIA del primo semestre del 2022 emerge chiaramente la presenza nella regione di numerosi gruppi criminali, anche di provenienza straniera, come ad esempio le associazioni di matrice nigeriana. Tuttavia è chiaro che a farla da padrone sono i gruppi appartenenti alla criminalità organizzata autoctona, quasi esclusivamente affiliati alla ‘ndrangheta. La relazione, infatti, pone in luce quanto sia capillare, nella provincia di Torino e non solo, la presenza di numerose famiglie appartenenti ad altrettante ‘ndrine. Sono presenti i principali clan calabresi attraverso “locali” e “ndrine distaccate”, che pur rimanendo saldamente legate alla Calabria, di fatto godono di autonomia operativa. Osservando il modello di ‘Ndrangheta esportato e presente in Piemonte, verrebbe quasi da dire che la ‘ndrangheta, ancora una volta, corre più forte delle istituzioni e ha già pienamente messo a regime il principio dell’autonomia differenziata!
La ‘ndrangheta e i suoi affiliati, dunque, hanno letteralmente conquistato il territorio piemontese. Questo dato è confermato dalle numerose operazioni, coordinate dalla DDA e condotte dalle forze dell’ordine, susseguitesi negli ultimi anni e quasi quotidianamente oggetto di attenzione da parte della stampa.
Da queste relazioni, inoltre, emerge sempre una costante sulla quale da tempo richiamo l’attenzione: di criminalità organizzata si parla poco e il silenzio permette alla ‘ndrangheta di operare indisturbata, quasi nella totale indifferenza. Essersi abituati alla sua presenza, al punto da non vederla e riconoscerla nelle sue manifestazioni, è molto pericoloso. È importante, invece, mantenere alta l’attenzione, scoperchiando i suoi loschi affari tutte le volte che se ne ha la possibilità. È necessario opporsi a questo male diffuso che, nell’indifferenza generalizzata, soffoca e sottrae a tutti il futuro, la serenità e la prosperità.

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