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Un giardino appena fuori dal centro storico di Bologna che rinasce e diventa luogo di incontro e ritrovo per tutti i cittadini. È Villa Celestina (in foto), uno dei 186 beni confiscati alle mafie in Emilia-Romagna che, grazie anche a un finanziamento della Regione, viene ora restituito alla comunità. Una storia a lieto fine che oggi, nell'ambito delle iniziative per la Settimana della Legalità, chiude la rassegna 'Io e gli altri. Comunità future', organizzata dal Comune di Bologna, in collaborazione con Libera e con il sostegno di Assemblea legislativa regionale e Regione stessa, che ha visto protagonisti alunne e alunni di quinta elementare delle scuole Carducci. "Quando un pezzo di territorio viene strappato alla criminalità organizzata e riportato all'uso comune è come dare corpo all'idea di giustizia, oltre che motivo di grande soddisfazione e orgoglio” afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, intervenuto questa mattina all'iniziativa. “Tutti vorremmo che l'Emilia-Romagna, il Paese e ogni territorio fossero liberi da ogni fenomeno criminale, ma è proprio dalla lotta contro le mafie e dalla vittoria della legalità che impariamo a essere cittadini attivi". "Le bambine e i bambini che oggi hanno raccontato le storie dolorose delle persone vittime di Mafia - prosegue il presidente - sono la testimonianza di come, insieme, possiamo creare gli anticorpi per contrastare tutte le mafie e costruire delle comunità dove la libertà e la giustizia costituiscano le fondamenta del nostro vivere civile". Dall'approvazione del Testo unico sulla legalità, la Regione Emilia Romagna è intervenuta su 25 immobili confiscati alle mafie stanziando oltre 3,7 milioni di euro, di cui 1,7 nel triennio 2020 - 22. Per Villa Celestina il contributo regionale di 56mila euro, pari all'80% della spesa complessiva, è servito per risistemare gli spazi esterni e l'area verde, con la collocazione di una struttura idonea ad ospitare eventi ed iniziative 'Io e gli altri. Comunità future' All'evento erano presenti Rosa Maria Amorevole, presidente del Quartiere Santo Stefano, Roberta Roversi, responsabile Servizio educativo scolastico del Quartiere, Agostino Tripaldi, dirigente scolastico Istituto comprensivo n. 20 di Bologna, e Salvatore Celentano, responsabile organizzativo Associazione Libera Bologna. Le bambine e i bambini della quinta elementare delle scuole Carducci di Bologna sono stati protagonisti dell'iniziativa, alternandosi in letture di memorie di persone vittime di mafia. Le piante della villa sono state intitolate con i nomi delle vittime e ad ogni bambina e bambino partecipante e' stata regalata una storia. Il progetto, avviato nel febbraio scorso, ha coinvolto sette classi, indagando le tematiche legate alla giustizia, attraverso la realizzazione di laboratori.

Fonte: Agi

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