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"Quando sono andata in carcere, io sono stata crocifissa da tutti e addirittura accusata di condurre una trattativa". A dirlo è l'ex deputata Sonia Alfano, figlia del giornalista Beppe Alfano, ucciso dalla mafia trent'anni fa, raggiunta dall'agenzia di stampa LaPresse.
"Io, figlia di una vittima di mafia vado lì, Provenzano manifesta un'apertura, e vengo accusata di trattare - ha detto Alfano -. Per altro ho appreso di essere stata intercettata, cosa che non si può fare ad un deputato. Non ho mai parlato di procedimenti in corso. Ho sempre detto cosa andavo a fare in carcere, ovvero lanciare appelli affinché prendessero in considerazione la possibilità di riscattare la vita dei loro figli, collaborare con la giustizia". Sonia Alfano, figlia del giornalista Beppe Alfano ucciso dalla mafia a Barcellona Pozzo di Gotto l'8 gennaio 1993, ha poi aggiunto: "Ad ogni detenuto che ho incontrato ho sempre chiesto di prendere in considerazione di collaborare con le leggi dello Stato. Di collaborare con la giustizia. Quelli che accolsero questo appello furono Provenzano e Graviano. Però Graviano stesso, alla mia seconda visita, davanti al Gom, mi disse che per essersi aperto con me stava subendo ritorsioni. Chiesi conferma al poliziotto di guardia, ma questo me le negò".

Foto © Angelo Vitale

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