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"Ero a Palermo il giorno in cui è stato arrestato Matteo Messina Denaro. Sono stato, qualche anno fa, a San Giuseppe Jato, nel covo dove, dopo 779 giorni di orribile prigionia, fu strangolato il piccolo Giuseppe Di Matteo, prima di essere sciolto nell'acido. Mi sembrò di scendere all'inferno. Insieme al mio carissimo confratello don Fortunato Di Noto e a tante persone buone, e interpretando il desiderio della stragrande maggioranza di italiani, chiediamo che in ogni paese siciliano - e non solo - venga intitolata una strada al 'piccolo Giuseppe Di Matteo”. A chiedero, su Fb, attraverso un post, è don Maurizio Patriciello, il parroco anticlan di Caivano, popoloso comune della provincia di Napoli dove il sacerdote si è battuto e si batte contro la camorra e lo spaccio di droga. Per questo suo impegno don Maurizio è da diverso tempo sotto scorta, a causa delle minacce che gli sono state rivolte dai clan. "I giovani di oggi e di domani - scrive ancora il parroco - debbono conoscere il calvario cui fu sottoposto questo loro innocente coetaneo. Perché non abbia a ripetersi mai più. Per non dimenticare. Per sperare di essere domani migliori di come fummo ieri".

Foto © Imagoeconomica

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