È stato disposto il sequestro ai fini della confisca di beni per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro ad un imprenditore della provincia di Macerata.
Il provvedimento proposto dal procuratore della Repubblica e dal questore di Macerata ha riguardato 14 società operanti nel settore immobiliare ed edilizio, 27 fabbricati e 44 terreni, 3 veicoli e numerosi rapporti finanziari.
Il provvedimento riguarda un affermato imprenditore edile già sottoposto nel 2020 alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di Pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno per la durata di 3 anni su proposta del questore di Macerata. L’uomo, secondo gli investigatori, a fronte di un reddito contenuto, ha costituito, in territorio marchigiano, anche attraverso l’utilizzo fittizio di familiari e prestanome, un importante e articolato sistema societario operante nel settore immobiliare.
L’uomo, inoltre, è stato coinvolto in passato in diverse vicende processuali per reati tributari, finanziari, fallimentari, contro il patrimonio e la Pubblica amministrazione e in materia di rifiuti.
Attualmente l’imprenditore è imputato a Palermo per riciclaggio aggravato dalle finalità mafiose; le indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano hanno accertato consolidati legami con Cosa Nostra nel periodo 2014-2015. In particolare, l’uomo avrebbe agevolato un esponente di vertice del clan Graziano del mandamento mafioso di Resuttana (Palermo) nell’investimento di risorse economiche illecite in provincia di Roma e in Romania.
Il direttore centrale Anticrimine Francesco Messina a seguito dell’operazione ha dichiarato che “Il risultato conseguito oggi dalla Polizia di Stato a Macerata conferma l’efficacia delle indagini di prevenzione afferenti a patrimoni illecitamente accumulati da organizzazioni criminali strutturate, soprattutto attraverso il contributo di imprenditori o professionisti conniventi. La strategia adottata dalla Direzione centrale Anticrimine, nel corso degli ultimi tre anni e mezzo, ha fino ad oggi consentito di ottenere il sequestro preventivo di una somma che supera il miliardo e duecento milioni di euro, a cui si aggiungono i 6 milioni odierni. Il binomio Questore-Procuratore della Repubblica, in qualità di Autorità congiuntamente proponenti, costituisce nella pratica un potentissimo strumento di aggressione ai patrimoni illeciti che consente di traguardare il conseguimento di nuove vittorie nella guerra contro le mafie”.