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“È sorprendente e molto grave la superficialità con cui l’Unione delle Camere penali, autorevole organismo del mondo forense, rilegge la vicenda delle visite di esponenti di "Nessuno tocchi Caino" nelle sezioni speciali delle carceri di Sassari e Nuoro. Grave anche il tentativo di far comparire la critica sollevata dal M5S come un modo per limitare genericamente gli ingressi in carcere. Qui siamo in presenza, a nostro avviso, di un evidente abuso agevolato da una omissione nel “passi” rilasciato da Renoldi, come ammesso dalla stessa Rita Bernardini nelle sue dichiarazioni pubbliche: non vi sarebbe stata infatti nessuna specifica autorizzazione all’ingresso nelle sezioni del 41 bis, che invece ci fu ai tempi del direttore Santi Consolo e dell’allora ministro Orlando, che noi comunque criticammo presentando una interrogazione nel dicembre 2017, alla quale ci fu risposto, tra l’altro, che “È necessario da ultimo evidenziare che, secondo quanto riferito dall'articolazione ministeriale competente, è prassi consolidata che le autorizzazioni alle visite escludono esplicitamente la possibilità di accesso alle sezioni destinate ai detenuti sottoposti al regime speciale disciplinato dall'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario.
La vicenda è dunque gravissima e senza precedenti, perciò deve assolutamente essere chiarita.
Vogliamo sapere anche chi era presente nella delegazione di Nessuno tocchi Caino oltre a Rita Bernardini, Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti.
Pare di essere di fronte ad un tentativo strisciante di liberalizzare le sezioni carcerarie dove sono ospitati detenuti al 41 bis, criminali estremamente pericolosi per la collettività, come i boss Leoluca Bagarella, cognato di Totò Riina o Michele Zagaria. Sottovalutare e addirittura ridicolizzare la indispensabile richiesta di chiarimenti rivolta al capo del Dap Renoldi e al ministro Cartabia è l’anticamera di una operazione che vuole smantellare l’ordinamento penitenziario e le norme antimafia. Chi è contrario al 41bis lo dica pubblicamente invece di continuare a trovare ogni sotterfugio utile per aggirare le prescrizioni di un regime speciale voluto da chi ha pagato con la propria vita il contrasto costante alle mafie”. Lo afferma Giulia Sarti, responsabile Giustizia del Movimento Cinque Stelle.

Foto © Imagoeconomica

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