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Trasformare lo stato d’animo creato dalla strage di via D’Amelio in dialogo aperto con i giovani e coi detenuti. E’ ciò che abbiamo visto far succedere da Salvatore Borsellino a Reggio Emilia nella giornata del 1° giugno 2022.
Dapprima incontrando ragazze e ragazzi al Liceo Moro. Ha parlato del Giudice Paolo. Un modo accorato di parlare del fratello che ha lasciato in totale silenzio la platea dei presenti. Un racconto intenso che oltre a coinvolgere, commuove. Frantuma qualsiasi stato di indifferenza. Salvatore Borsellino, continua ad accogliere e ad attivarsi, adempiendo al testamento della madre che il giorno dopo la strage di Via D’Amelio, riunisce i figli rimasti e dice: “Adesso dovete andare dappertutto, dovunque vi chiamano, per non fare morire il sogno di Paolo". Il Liceo” Aldo Moro” ha inoltre, provveduto, per l’occasione alla piantumazione di un albero, Gimko Biloba, nel cortile della scuola e lì si è svolta la seconda parte emozionante della mattina. Ogni student* ha letto una frase accanto all’albero e a Salvatore che ha interagito con ognun* rendendo questo momento unico. Il dialogo è stato ricco e reciproco.
Il cerchio formatisi ha inteso essere un grande abbraccio alla sua persona.
Nel pomeriggio l’ing. Salvatore Borsellino si è recato agli Istituti Penitenziari reggiani per partecipare come ospite d’onore all’iniziativa “Arte nel carcere, un dono per Salvatore Borsellino”. Incontro, frutto della collaborazione tra Agende Rosse Rita Atria di Reggio Emilia e Provincia e Anna Protopapa, docente volontaria degli Istituti Penali e delegata dell’associazione Gens Nova Q.d.v. Emilia Romagna.
Dopo i saluti istituzionali della direttrice aggiunta degli Istituti Penitenziari, dott.ssa Lucia Monastero e della comandante, dott.ssa Rosa Cucca, la mostra dei quadri realizzati dai detenuti è stata il punto di partenza per Salvatore Borsellino per aprire un dialogo vero e appassionato su temi quali la lotta alle mafie, la giustizia e la ricerca della verità.
Come con gli studenti così coi carcerati l’ing. Borsellino ha saputo stabilire un contatto vero e non formale, trovando le parole giuste per parlare dei principi e dei valori che hanno ispirato il fratello Paolo come uomo e come giudice e della necessità di mantenerli vivi; e non sottacendo, pur con sofferenza, le responsabilità di uno Stato che, a trent’anni dalla strage in cui sono morti il fratello e la sua scorta, non ha ancora fatto luce sulla vicenda.
Perciò ancora oggi, ottantenne, il fondatore di “Agende Rosse” continua a girare il Paese portando la sua testimonianza ovunque sia richiesta, trasmettendo ai più giovani questo messaggio: non rinunciare a cercare e a pretendere la verità.
Perchè senza verità non c’è giustizia.
Accogliamo pienamente anche noi il messaggio forte dell’ing. Salvatore Borsellino che in una giornata calda e afosa ha raggiunto Reggio Emilia per trasmettere ed essere testimone della coerenza, dell’integrità del Giudice Paolo Borsellino, che insieme al suo collega e amico, il Giudice Giovanni Falcone, hanno smosso e svegliato le Procure, senza tentennamenti, dritti all’obiettivo di costruire sistemi istituzionali per combattere e sradicare mafie e corruzione. Poi le esplosioni di Capaci e Via D’Amelio che hanno provato a spazzar via questi due grandi Uomini.
Mafia, che esegue e parte deviata dello Stato che commissiona.
Ricordiamo sempre che con i nostri Grandi Magistrati, sono stati uccisi le/gli Agenti: Emanuela Loi, Rocco Dicillo, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Antonio Montinaro, Claudio Traina, Vito Schifani, Eddie Walter Cosina.

ANTIMAFIADuemila
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