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"Gli elementi informativi acquisiti dalle forze di polizia confermano che le diverse organizzazioni mafiose continuano a considerare Roma come terminal privilegiato dello sviluppo delle proprie reti criminali, ritenendo la complessità e l'estensione del complesso capitolino come una importante risorsa da sfruttare per l'ampliamento dei propri interessi illeciti". Lo ha detto il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi (in foto), durante l'audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali. "La significativa densità demografica - ha sottolineato il Prefetto di Roma - garantisce infatti una costante alimentazione del mercato di consumo e di spaccio delle sostanze stupefacenti. La presenza dei più importanti hub del trasporto aereo e ferroviario con destinazioni anche intercontinentali assicura la movimentazione anche di utili e merci verso qualsiasi meta. L'elevata concentrazione di immigrati extracomunitari e di disoccupati offre un bacino di manovalanza a basso costo da impiegare nelle più diverse attività anche illegali". Piantedosi ha poi spiegato che "la vivacità del tessuto imprenditoriale correlata al perdurare della sfavorevole congiuntura economica costituisce una preziosa opportunità per inabissare e rendere fruttiferi i capitali illeciti". Inoltre, "non va sottovalutato quale attrattore della presenza criminale sul territorio l'esistenza anche della casa circondariale di Rebibbia che, ospitando detenuti sottoposti a regime differenziato, si ritiene induca al trasferimento nella Capitale anche dei familiari". In conclusione "la Mafia che insiste nella Città Metropolitana di Roma - ha osservato il prefetto - è una presenza soggettivamente plurima e oggettivamente diversificata a carattere non monopolistico. Non c'è un solo soggetto in posizione di forza e di preminenza rispetto agli altri. Ma sullo stesso territorio interagiscono e coesistono diverse entità criminali che si rispettano reciprocamente".

Foto © Imagoeconomica

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