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La mafia "ha superato da decenni i confini nazionali". Su questo "non c'è nessuna sorpresa. Oggi la mafia non uccide più e investe. Lavora con i computer con cui sposta somme di denaro enormi e lavora disinteressandosi delle forze di polizia e dei rispettivi confini di Stato. È bene quindi che le forze di polizia si attrezzino per essere competitive con loro sia dal punto di vista tecnologico che della capacità di spostamento". Lo ha affermato il procuratore capo di Trieste, Antonio De Nicolo, in occasione del convegno "Criminalità transfrontaliera. Cooperazione di polizia e giudiziaria", promosso dalla Dia. “La cooperazione transnazionale nella lotta alla mafia - ha aggiunto De Nicolo - va quindi "opportunamente sempre migliorata e rinverdita. Non bisogna mai - ha detto - sedersi sugli allori e considerare le tappe acquisite. La conoscenza dei rispettivi ordinamenti giuridici e delle capacità operative di ciascuno Stato sono il segreto per riuscire a sconfiggere le forze malavitose all'interno dei rispettivi Paesi. Conoscere gli ordinamenti dei paesi vicini - ha concluso - è un dovere per una regione di confine come il Friuli Venezia Giulia".

Foto © Imagoeconomica

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