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“Oggi, più che mai, posso gridare al mondo di non essere visionario o pazzo; le perizie che ho tanto elemosinato ai Governi precedenti esistono. Esistono e mi sono state notificate la scorsa settimana su delibera della Commissione Centrale (ex Art. 10 Legge 15 marzo 1991 n.82) “guidata” dal Presidente Molteni (Lega Nord)”. E’ così che il testimone di Giustizia Ignazio Cutrò apre la nota stampa dove annuncia la consegna da parte del Ministero dell’Interno delle Perizie tanto discusse negli anni - con esattezza - 10 lunghi anni.
“Per anni mi è stato negato l’accesso alle perizie, le precedenti Commissioni sostenevano fra l’altro pareri discordanti, chi ne negava l’esistenza e chi invece vantava la sussistenza del segreto d’ufficio sulle stesse. Le perizie furono richieste nel 2011 proprio dalla Commissione Centrale ad un loro perito di parte, per comprendere la reale situazione debitoria della mia azienda ed accertare l’eventuale nesso di causalità tra i danni subiti da parte della mafia e quelli economici. Ebbene sì, con rammarico, in queste due perizie è messo tutto nero su bianco.
Da un lato non posso che ammettere di essere felice, grato e allo stesso tempo ringraziare l’On. Molteni e i membri della Commissione Centrale odierna per avermi ridato speranza, d’altro canto non posso nascondere di essere arrabbiato per quello che ho trovato relazionato nelle perizie, la mia azienda poteva salvarsi ed io non sarei stato obbligato a scegliere l’impiego pubblico per sfamare la mia famiglia. Indubbiamente va fatta luce, e senza perdere ulteriore tempo vanno prese delle decisioni per chiudere queste situazioni aperte da troppo tempo. I miei figli hanno perso troppo, e non potrei mai permettere di far perdere loro anche un tetto sotto al quale dormire.
Attendo, a questo punto, che il Presidente Molteni accetti la mia richiesta di audizione in Commissione Centrale. Oggi sono un po’ fiducioso, forse, finalmente vuole parlarsi anche di mafia al Governo. Per anni mi sono battuto anche per molti altri testimoni, imprenditori che hanno denunciato e sono stati dimenticati. Auspico che presto vengano vagliate le diverse posizioni.
Indubbiamente qualcosa non ha funzionato, a tal proposito farà luce la magistratura, mi sono rivolto anche alla Commissione Parlamentare Antimafia presieduta dal Sen. Nicola Morra, nonché l’On. Piera Aiello che coordina il Comitato X sui Testimoni di Giustizia, i quali mi sento di ringraziare per il loro interessamento sulla vicenda; al momento non mi sento di esprimere un pensiero personale, poiché non vorrei che magari di proposito chi, “uomini”, rappresentanti di alcune “istituzioni” le quali cercavo in quel momento di sensibilizzare per aiutare i tanti imprenditori e/o Testimoni di Giustizia che avevano denunciato la criminalità come me, alla fine, stessero cercando di sabotarmi politicamente, umanamente ed economicamente per farmi soffocare e non farmi più gridare. Ovviamente questo è solo un mio pensiero, le sentenze le danno i Giudici, ed io sono sempre stato fiducioso su questo. Dopo questo non posso che ricollegarmi anche alle valutazioni sulla mia sicurezza e quella della mia famiglia, qualcosa non ha funzionato anche qui? ma lasciamo stare, questo è un altro capitolo".
Tra le righe delle due perizie si può leggere:
“Nessun dubbio, quindi, sul fatto che Cutrò meriti l’aiuto di cui ha bisogno”.
“L’andamento del conto economico per gli anni in esame sembra confermare in pieno quanto asserito dal Cutrò nel corso del colloquio presso la sede della sua azienda: è vero infatti che una volta assunta la veste del collaborante le commesse private si sono sostanzialmente ridotte. Ciò che stride è che nel 2008 e 2009 le commesse private si sono enormemente assottigliate. Il che evidenzia lo stato di allarme suscitato nella committenza dal ruolo assunto dal soggetto di che trattasi".
“Chi scrive ritiene che l’esame della documentazione contabile prodotta dal soggetto in esame confermi indubbiamente la veridicità delle sue dichiarazioni. L’andamento decrescente dei crediti, delle giacenze e degli investimenti coincide quasi perfettamente con l’inizio della sua collaborazione con lo Stato. Qui si è in presenza di un imprenditore giovane, forse un po’ guascone, ma che sicuramente ha dimostrato notevole coraggio se solo si pone mente all’ambiente non facile nel quale opera. Egli, prestandosi alla collaborazione, ha sostanzialmente rivoluzionato la vita sua e della sua famiglia e, con i rischi anche fisici che si è assunto, ha posto in serio pericolo la sopravvivenza della sua azienda".
“Se la nuova indagine non ha evidenziato, se non in misura poco significativa, incrementi della posizione debitoria complessiva in capo al Cutrò, essa ha invece palesato una grave difficoltà operativa dell’imprenditore dovuta a decisioni della P.A. che rischiano di compromettere in modo definitivo la possibile sopravvivenza dell’impresa”.

Foto © Davide de Bari

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