"Processo bufala? Ci sono valutazioni che vengono espresse e tradotte in fattispecie previste dal codice penale, con la conseguenza che il pubblico ministero ha l'obbligo di esercitare l'azione penale. Laddove configuri un reato non può chiudere e nasconderlo, deve riportarlo alla valutazione del giudice". Sono state queste la prole del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho su Sky TG 24, rispondendo a una domanda in merito alla sentenza sulla cosiddetta trattativa Stato-Mafia.
"Il nostro sistema - ha continuato - vede tre gradi di giudizio e ancora una volta i tre gradi confermano la bontà del nostro sistema. La sentenza di appello, dal punto di vista delle garanzie, conferma l'importanza del sistema costituzionale che esiste nel nostro paese. Dal punto di vista dell'antimafia la sentenza determina esclusivamente un'indicazione sull'interpretazione ma quel che l'antimafia ha sviluppato è stata la ricostruzione di un percorso, quindi i comportamenti che sono stati posti in essere, i collegamenti che ci sono stati con i vertici mafiosi, tutto ciò che è riportato nella sentenza di primo grado e che e' stato verificato nel corso della sentenza di secondo grado. La valutazione sulla sussistenza del reato ha riguardato l'aspetto psicologico di coloro che hanno operato". Il procuratore ha poi aggiunto che, “è il sistema della giustizia che vuole l'esigenza che un giudice valuti. I pubblici ministeri hanno svolto il loro lavoro, hanno raccolto tutti gli elementi che il quadro necessitava e l'hanno portato alla valutazione del giudice. Hanno fatto il loro dovere, quel che prevede la legge. Parlare di bufala o no non spetta né al sistema della giustizia né a coloro che ricoprono posti nell'ambito istituzionale". Poi "ciascuno la valuti come crede", ha affermato. “C’è un quadro, però - ha detto -, che è passato già al giudice nella fase di indagini e il giudice l'ha ritenuto meritevole di giudizio, quindi poi è passato via via negli altri gradi. Il nostro sistema è stato rispettato, ha dato oggi questa risposta e credo che sia la dimostrazione della garanzia del nostro sistema".
Per de Raho si è “ricostruito un percorso che tende soprattutto a porre in luce se vi sono state collaborazioni da alcune parti dello Stato. E' evidente - ha aggiunto - che sono indagini che si sviluppano e vengono sottoposte alla valutazione del giudice".
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