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Le mafie si combattono "facendo sistema" e ciò con un fronte unico composto da magistratura, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni ed anche coinvolgendo i giovani educandoli alla legalità. Ne è convinta Alessandra Dolci, responsabile della Dda di Milano intervenuta ieri al convegno, che si è svolto da remoto, 'L'antimafia è donna' promosso dal dipartimento di Studi Internazionali, Giuridici e Storico-Politici, Cross-Osservatorio sulla Criminalità Organizzata, e Libera. Il procuratore aggiunto milanese, raccontando che si occupa di criminalità organizzata da 20 anni e che gran parte del suo percorso lo ha fatto accanto a Ilda Boccassini, il magistrato che l'ha preceduta alla guida della direzione distrettuale antimafia milanese, definita "inarrivabile" e che "mi ha insegnato come sia importante fare questo lavoro con passione e trasmettere all'esterno questa passione" ha aggiunto: "La maggior parte dei componenti dalla dda di Milano sono donne. Ilda Boccassini preferiva le donne perché riteneva che noi siamo più coraggiose e abbiamo più passione" della 'quota azzurra'. A tal proposito ha ricordato di come una collega in attesa di un bimbo ha ricevuto minacce durante un processo di 'ndrangheta e di come non si sia fatta intimorire. "Ero preoccupata della salute sua e del bambino che aspettava - ha proseguito - ma lei non si è voluta fare sostituire, è andata in aula e ha portato a termine il dibattimento. Questo per dire che noi siamo animate da passione e siamo determinate, lo vivo ogni giorno con le colleghe che lavorano con me".

Foto © Imagoeconomica

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