Il gip di Palermo ha scarcerato di Salvatore Barone, l'ex presidente dell'azienda del trasporto pubblico di Trapani e di una cantina vitivinicola, arrestato due settimane fa nel blitz antimafia 'Ruina'. In totale furono arrestate 13 persone, tra cui il boss di Calatafimi, Nicolò Pidone, che pretendeva da Barone, assunzioni e agevolazioni all'interno della cantina Kaggera. Agli atti dell'indagine i pm della Dda di Palermo hanno riversato fotografie ed intercettazioni tra Barone e Pidone, che secondo il gip Lorenzo Jannelli sarebbero il simbolo della "debolezza" del dirigente nei confronti del capomafia di Calatafimi. "Noi acchiappiamo il presidente e lo portiamo dove vogliamo", diceva uno degli arrestati, riferendosi a Barone. L'ex presidente della cantina è stato scarcerato dal gip all'esito dell'interrogatorio di garanzia concluso nel primo pomeriggio di ieri, mentre Andrea Ingraldo e Ludovico Chiapponello, fino a ieri sottoposti a misura cautelare in carcere, sono stati trasferiti ai domiciliari. L'indagine della Dda di Palermo ha coinvolto anche il primo cittadino di Calatafimi, Nino Accardo, indagato per corruzione elettorale aggravata, che all'indomani del blitz ha presentato le sue dimissioni. Oltre al boss Pidone invece restano in carcere Giuseppe Aceste, Giuseppe Fanara, Giuseppe Gennaro, Gaetano Placenza, Domenico Simone, Tommaso Leo e Stefano Leo, mentre Leonardo Urso è sottoposto all'obbligo di dimora.
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Mafia: scarcerato ex presidente Atm Trapani, ''debole'' con boss
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