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Per Maria Concetta Ventura, figlia del reggente del clan Ventura, scatta la condanna a tre mesi di carcere, pena sospesa ma subordinata al pagamento, entro 90 giorni, di 5.000 euro stabiliti dal giudice come risarcimento del danno. A settembre del 2017, la donna aveva diffamato attraverso social network il giornalista Paolo Borrometi vice direttore dell'Agi, commentando alcuni articoli pubblicati sul sito di inchiesta giornalistica Laspia.it di cui Borrometi è direttore. La donna rispondeva di diffamazione aggravata dal mezzo utilizzato. L'accusa aveva chiesto la pena di 9 mesi di reclusione. Gli articoli avevano come titolo "Comiso, estorsioni in un bar: Carabinieri arrestano i vittoriesi Favata, Marinelli e Puzzo", "Operazione antimafia a Vittoria, azzerato il clan Ventura", e in ultimo "Vittoria, azzerato il clan Ventura, in carcere da Filippo a Titta, fino al 'Cecco' e Giliberto. Sequestrata la 'Linea Pack' e altri beni del clan". Maria Concetta Ventura, nel rivolgere pesanti insulti a Borrometi, anche a sfondo sessista, affermava che negli articoli ci fossero scritte "stupidaggini", che "la mafia non esiste" e che "il giornalista doveva smetterla di scrivere" e "farsi i fatti suoi". Le motivazioni della sentenza saranno rese note entro il termine di 90 giorni. Il 17 giugno di quest'anno la prima sezione penale della Corte d'Appello di Catania aveva condannato a un anno e 10 mesi, per minacce di morte, tentata violenza privata, aggravata dal metodo mafioso, rivolte allo stesso Borrometi, Giambattista 'Titta' Ventura, padre di Maria Concetta e persona considerata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania come reggente del clan Ventura.

Foto © Imagoeconomica

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