di Luigi Coppola
A distanza di quasi tre mesi dalla lettera ricevuta dal viceministro dellinterno Vito Crimi, che prometteva un immediato interessamento per le sorti dei testimoni di giustizia che erano stati esclusi dal diritto di essere assunti nella Pubblica Amministrazione, ancora oggi restano parole.
I fatti ci inducono a pensare che non ci sia una vera e forte volontà oppure che il viceministro Crimi stia trovando forze ostative nella compagina di governo e senza esclusione delle forme ostative messe in atto dal servizio centrale di protezione che sembra più contro i testimoni di giustizia che al loro fianco.
È pur vero che il dieci giugno sono stato ricevuto dal viceministro dellinterno Vito Crimi, ma restano ancora una chimera le tante promesse o soluzioni da lui elencate durante l'incontro. Ripeto ho trovato nelle parole del viceministro Crimi una vera disponibilità ma resta il fatto che il viceministro dovrà battere i pugni per tenere fede a ciò che è stato da lui promesso e se non lo fa sarà una netta sconfitta sia per lui che per il movimento cinque stelle. Comunque ho richiesto di incontrarlo di nuovo e spero che stavolta Crimi abbia qualcosa da mettere al centro dell'incontro e che non siano i faremo e vedremo.
Foto © Imagoeconomica
Coppola: ai testimoni di giustizia servono i fatti e non le promesse
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