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Il ministro dell'Interno Lamorgese, in sede di commissione parlamentare antimafia, ha dichiarato che i testimoni di giustizia sono poco più di una cinquantina. A nostro parere questa cosa non ha nulla di positivo e significa che le denunce sono in calo. Nel lontano 2002, quand'ero sotto protezione, il numero dei testimoni di giustizia protetti era di 82 persone. Oggi, dopo tutti questi anni, la cifra è scesa di così tante unità. Perché?
Molto probabilmente sarà colpa del fatto che negli anni è emerso come sia distruttivo, per certi versi, il programma di protezione con danni ad interi nuclei famigliari. Oppure per il fatto che gli imprenditori che venivano inseriti sotto programma mai più sono ritornati a fare impresa. O dei danni psicologici che hanno segnato i figli dei testimoni di giustizia, delle difficoltà familiari, dei rischi di divorzio ecc...
Oppure sarà anche colpa del fatto che il Viminale, dopo i processi ma spesso anche prima della fine degli stessi, spesso ha "scaricato" il testimone di giustizia lasciandolo al proprio destino? Io in qualità di Testimone di giustizia, vittima di reati mafiosi e presidente di una associazione antiracket, quando riesco a fare sì che un imprenditore si fidi di me, dello Stato e decida di denunciare, consiglio sempre, anzi impongo, di non accettare il programma di protezione fuori dalla località di origine (chi denuncia deve essere un fiore da esporre e non da mettere a marcire sotto il programma di protezione fuori dalla località di origine).

Al Sign. ministro dell'Interno Lamorgese dico che su questi numeri sarebbe il caso di porsi un serio quesito: sono sparite le varie associazioni criminali, oppure la gente tende a non denunciare per ormai acclamata poca fiducia nello Stato?

Se può magari darci qualche spiegazione, oltre ai numeri che sinceramente sono veramente poco entusiasmanti, per poter parlare di lotta alla criminalità organizzata attraverso la denuncia.

Luigi Coppola
Presidente
Movimento per la lotta alla criminalità organizzata

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