Oramai non serve collezionare convocazioni in Commissione centrale, non servono elenchi astratti e parole inutili, quando poi la vita di queste persone è oppressa e privata dei diritti sanciti dalla nostra Costituzione.
Testimoni di giustizia, vecchi e nuovi, continuano a denunciare questo malessere che li vede vittime di un sistema che non vuole né applicare né promuovere leggi e decreti attuativi, rendendoli vittime due volte, prima della criminalità organizzata e poi dello Stato in modo infinito.
La realtà è sotto gli occhi di tutti!
Oggi tanti di loro si ritrovano a difendersi contro lo Stato attraverso cause amministrative incardinate presso i TAR: solo questo è indice di fallimento.
Il progetto che si intravede è ben altro: la questione che si consuma attraverso la volontà di deprimere la questione dei testimoni di giustizia, va aldilà dell’immaginario, ovvero “eliminare queste figure vuol dire non incentivare e non inculcare nel cittadino il desiderio di voler denunciare la criminalità organizzata mafiosa".
Mentre figure istituzionali predicano in conferenze e manifestazioni finti cambiamenti, i testimoni di giustizia e le loro famiglie muoiono ogni giorno nell’animo e nello spirito con la sola colpa di aver creduto di poter contribuire a combattere la piaga peggiore del nostro paese, attanagliato oramai dalla capillarizzazione in ogni settore del fenomeno della mafia.
Le buone intenzioni, ammesso che ci siano, non bastano più.
Il sottosegretario Luigi Gaetti non è più una figura di garanzia!
Pino Masciari
Foto © Imagoeconomica
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