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maggiani chelli c pressphoto 2Siamo molto preoccupati che la lotta alla mafia sia finita confinata in un probabile decreto sicurezza che investe gli argomenti i più disparati, mentre la lotta alle organizzazioni criminali dello spessore di “Cosa nostra”, con il ripristino totale del 41 bis, di una nuova legge sui collaboratori di giustizia,della lotta all’evasione, dell’allungamento dei termini di prescrizione dei reati, con un uso delle intercettazioni sempre più ampie, andrebbe combattuta una volta per tutte con grande impegno in un capitolo a parte e prioritario.
Ciò non toglie che la formula sulla vendita a privati dei beni della mafia, con un ricavato altissimo per questo Paese e i suoi cittadini e destinato finalmente al risarcimento reale dei danni alle vittime di mafia è qualcosa che noi vediamo bene da sempre.
Ci sono stati Prefetti illuminati, Commissari del Fondo 512 legge del 1999 per le vittime di mafia, con i quali noi abbiamo partecipato anche a incontri presso il Ministero dell’Interno e al Sud dell’Italia, i quali avevano capito quale montagna di soldi può portare la vendita dei beni confiscati alla mafia da destinarsi alle esigenze del Paese tutto proprio rispetto ai danni fatti dalle organizzazioni mafiose
Non accettiamo il ragionamento secondo cui la vendita a privati dei beni confiscati ai mafiosi possa far correre il rischio che siano ricomprati dalla mafia. Uno Stato non può e non deve fare questo ragionamento o la sua forza davanti al crimine organizzato davvero sarebbe debole. Se un mafioso si ricompra uno dei suoi bene lo Stato deve essere in grado di riconfiscarlo subito anche con guadagno, altre legislazioni meno “spaventate” davanti alla mafia lo fanno.

Giovanna Maggiani Chelli

Presidente
Associazione tra i familiari delle vittime della stage di via dei Georgofili

Foto © Pressphoto

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