Il nostro pensiero ai morti di via Palestro del 27 Maggio 1993, tre vigili del fuoco, un vigile urbano, un ragazzo passante, i vigili nell’esercizio delle loro funzioni, mentre isolato il luogo dell’attentato aspettavano gli artificieri.
27 Luglio 1993 tre attentati in una notte in via Palestro a Milano e contemporaneamente a Roma alle chiese di San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano.
Dopo 25 di indagini aperte e chiuse regolarmente e fiumi di carte scritte, riposte su appositi scaffali, oltre chiaramente i processi alla mafia esecutrice, le istituzioni ancora si esprimono dicendo di "vedere se possono essere stati coinvolti Apparati".
Insomma li continuano a chiamare “Apparati” espressione di un tempo andato e costellato di mancanza di verità, perché Apparati non vuole dire un bel nulla.
Nomi e cognomi di chi è indagato a Firenze sede competente per le stragi del 1993, non un cenno da parte della PNA, neppure ai TG, i più importanti. Siamo ancora in alto mare sulla verità delle stragi del 1993!
La politica sembra avere ancora bisogno di occultare la verità, e gli uomini di legge preposti a scriverla sulla carta bollata, quella verità, usano ancora espressioni vaghe, lasciando intravvedere che un coordinamento di forze preposte all’indagine per dare giustizia ai morti del 1993 non c’è.
25 anni di sentenze alla mafia esecutrice e 25 anni di "omertà” sui nomi, cognomi e indirizzi degli stragisti concorrenti di “Cosa nostra” per le stragi del 1993.
Giovanna Maggiani Chelli
Presidente
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili
Foto © Imagoeconomica
Ass. Georgofili: ''Le stragi di Milano e Roma. Noi non dimentichiamo''
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