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calleri salvatore fond caponnettoFirenze. "La mafia quando ha bisogno, qualunque clan, qualunque ceppo, ha sempre ucciso e non ha mai smesso di uccidere". Lo ha affermato Salvatore Calleri (in foto), presidente della Fondazione Caponnetto che oggi ha presentato a Firenze, nella sede dell'Ordine dei Giornalisti, un documento sulla vicenda di Paolo Borrometi, il cronista siciliano nei cui confronti la mafia aveva meditato un attentato. La trascrizione delle intercettazioni telefoniche sul mancato attentato è stata pubblicata sul sito della Fondazione. "Dobbiamo stringerci attorno a chi rischia - ha detto Calleri - dobbiamo pensare che il problema è la mafia e non chi lotta contro la mafia, perché è passata anche per un po' questa delegittimazione diffusa. Quando Paolo Borrometi ha ricevuto le prime minacce, sono stato anche avvicinato da deputati regionali e nazionali che mi chiedevano di non occuparmi del caso. Oggi se ne sono pentiti tutti, e magari mi ringraziano perché io avevo avvertito che invece il caso Borrometi era da seguire, e che le mie fonti erano diverse dalle loro". Per la Fondazione "l'attentato ad Antoci e l'autobomba di Limbadi poi dimostrano la presenza dei gruppi armati sempre pronti ad agire".

ANSA

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