Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

lumia c rossella vilardiRoma. “Come ha potuto un boss condannato all’ergastolo per due omicidi comprare un bar al centro di Firernze? La legge impone che i condannati di mafia debbano segnalare le loro ricchezze alle autorità. Come ha potuto eludere l'ergastolo e godere delle premialità carcerarie? Sono questi interrogativi che meritano una risposta”. Lo dice Giuseppe Lumia, esponente del Pd e già componente della Commissione parlamentare antimafia.
“Sutera – aggiunge – è il responsabile dell'omicidio di Graziella Campagna, la ragazza vittima della mafia uccisa a Villafranca Tirrena, in provincia di Messina, all’età di 16 anni, nonché dell’omicidio di un gioielliere fiorentino. Un personaggio pericoloso che nonostante i gravi crimini commessi e le sentenze è riuscito ad uscire dal carcere”.
“L’operazione condotta dalla procura di Firenze guidata dal dottor Creazzo – continua – non solo ci dà la conferma del radicamento criminale di Cosa nostra in Toscana, dove i boss riciclano in vari settori e organizzano il traffico internazionale di droga, ma ci impone di capire quali accorgimenti prendere per rendere le maglie della giustizia ancora più strette”.
“È, infatti, indispensabile – conclude Lumia – fare una verifica sull’applicazione di alcuni istituti di scarcerazione, che per i reati di mafia dovrebbero sempre essere sottoposti a quella regola del doppio binario che impone più rigore”.

Foto © Rossella Vilardi

ARTICOLI CORRELATI

Sutera, un pluriomicida in libertà: per Piero Campagna tanta amarezza e rabbia

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos