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Roma. Una serie di poster irriverenti, apertamente contro la ''Ndrangheta affissi a dicembre a pochi metri dalla casa del boss Rocco Papalia a Buccinasco, raffigurato provocatoriamente in abiti femminili, è all''origine di una multa da parte di uno dei numerosi Comuni che li ha ospitati: quello di Buccinasco, cittadina a sud di Milano dove Papalia risiede. La foto ritraeva il boss in versione drag queen con un claim provocatorio: "le inchieste dimostrano che molti picciotti per sfuggire da latitanti alle forze dell''ordine si vestono da donna immaginiamo come potrebbe essere Papalia". Il giorno stesso dell''affissione, Davi era stato aggredito a Buccinasco da alcuni membri della famiglia Papalia Barbaro in un bar.
Il Comune ha recapitato presso l''agenzia del massmediologo a Milano un verbale di 500 euro con la motivazione che tre dei poster affissi sono risultati ''abusivi''. Durissima la replica via Facebook di Klaus Davi: ''Quando lo Stato si allea cosi palesemente con la mafia, allora questo Stato mi fa veramente schifo. Dovrebbero essere i politici a denunciare le attività illecite dei mafiosi tutti i santi i giorni, soprattutto se ce li hanno in casa. E non certo puntare subdolamente sul quieto vivere attraverso mezzi intimidatori. Quei 500 euro se li dovranno a venire a prendere con la forza".
Davi fa notare che "nessun comune ha mai preso un simile provvedimento: non Milano, che abbiamo tappezzato più volte con il volto di Rocco Morabito: non Reggio Calabria, non Palermo e neanche Trezzano sul Naviglio. Buccinasco no, vuole la par condicio, i mafiosi possono dormire tranquilli con simili istituzioni. Sono schifato.
Magistrati, politici, poliziotti ci esortano a ragione a impegnarci per dare visibilità a un fenomeno e poi questi sono i risultati!".

AdnKronos

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